La mono-fonia del duopolio Samsung-Apple

La notizia della vendita di Blackberry è arrivata in serata.  In mattinata l'annuncio del record di vendite di iPhone. Un numero segna i due avvenimenti. Nove dollari per azione cash (tanto verrebbe riconosciuto da Fairfax ai canadesi) e nove milioni di iPhone venduti nel primo weekend di vendita. Prem Watsa, il finanziere di origine indiana che guida Fairfax Holding toglierà Blackberry dal listino ma ha promesso di "aprire un nuovo e entusiasmante capitolo per BlackBerry". I giochi non sono chiusi perché c'è tempo fino al 4 novembre per un'asta al rialzo. Ma la partità è segnata. Dopo Motorola e Nokia anche Motorola passa di mano. Tre glorie della telefonia hanno cambiato padrone. Motorola è passata a Google per 12,5 miliardi, Nokia a Microsoft per 7,5 miliardi e l'ex Rim al consorzio guidato da Fairfax per 4,5 miliardi (sempre che non arrivi un altro cavaliere bianco). Al vertice del mercato smartphone due produttori, Samsung e Apple che insieme hanno circa il 43% del mercato (Gartner) in pratica un cellulare su due è loro. Seguono con percentuali da prefisso telefonico gli asiatici (Lg, Lenovo e Zte). Sul fronte dei sistemi operativi un altro duopolio: Android e iOs. Con il sistema operativo di Google che "anima" otto smartphone su dieci e con Apple che si accontenta di possedere una quota del 17 per cento. E' probabile che sarà Microsoft ad appofittarsi delle difficoltà di Rim. Ma insieme i due gruppi hanno meno del 7% del mercato.

Nonostante errori e vicissitudini diverse, il destino di Blackberry, Nokia e Motorola è il destino di produttori che hanno perso la sfida delle piattaforme. Rim ha aspettato troppo a creare un suo ecosistema di app e servizi. Nokia ha scelto il sistema operativo di Microsoft per contrastare Android e iOs. Motorola è diventata una produttrice di Google. Tutte hanno sottovalutato l'importanza del software. Non hanno saputo interpretare la rivoluzione che ha rappresentato iPhone nel 2007 con gli app store.

Per la telefonia è finita un'era. Marchi storici escono di scena. L'ecosistema rischia di impoverirsi. I produttori che restano sul campo parlano ormai due lingue: cinese e coreano. Mentre i sistemi operativi si sviluppano solo in California. Per i consumatori le opzioni sono già diminuite.