Al Ces di Las Vegas Steve Ballmer (Ceo Microsoft) si è divertito come un matto a condurre il suo keynote insieme al suo avatar. Era scontato che Kinect avrebbe ricoperto un ruolo di primo piano nel suo speach: otto milioni di Kinect vendute a 150 euro circa l’una non sono poche se contiamo che ci sono 50 milioni di Xbox 360 nel mondo. Ma ciò che si attendeva con un minimo di interesse erano le prime novità di Kinect. Dopo decine di video di hacking, esperimenti nelle univerisità, dibattiti e articoli di giornali. Dopo vagonate di artisti che si sono espressi attraverso questo sistema di controllo, cosa ti inventa Microsoft? Avatar Kinect. Forse la più scontata di tutte le feature esistenti. Quello che partirà in primavera negli Usa sarà, a quanto si legge dalle cronache internet dal Nevada, una stanza dove i giocatori provvisti di avatar potranno chiacchierare a voce e con il corpo. Ripeto, a voce (e fin qui nulla di strano) e con il corpo. Chiaramente temo il peggio. Sarò immaturo ma mi attendo balletti, avance amorose esplicite, mosse da Kung Fu e un diluvio di gesti dell’ombrello. Probabilmente mi sbaglio. Ma finora i mondi di avatar videoludici hanno tutti un po’ deluso. Chi si ricorda Playstation Home? La Second Life di Ps3 è stato un costoso flop. E non tanto per i lunghissimi tempi di caricamento, ma per la convinzione errata che possa avere senso uno spazio neutrale in 3D dove chiacchierare del più e del meno. I giocatori parlono, comunicano quello sì ma dentro i giochi, mentre condividono una esperienza ludica. E non tutti chiaramente. Il bar dove ritrovarsi dopo la partita per discutere delle proprie imprese finora si è rivelata una suggestione. Magari potendoci sbracciare come forsennati troveramo più interessante l’interazione sotto forma di avatar. Non ne ho idea. Ma mi domando: di tutte le possibili applicazioni di un oggetto come Kinect, c’era proprio bisogno di una stanza per avatar solitari?