Come due ciclisti prima della volata finale. Un testa a testa di annunci uno a poche ore dall’altro. Prima Google che decide di ospitare social game sulla sua piattaforma. Partirà con Angry Birds, Sudoku, Bejeweled e Zynga Poker (niente da fare per Farmville o Cityville, un contratto lega questi prodotti a Facebook). Poi qualche ora dopo è il turno di Facebook che risponde alla presentazione di Goolge aggiornando funzionalità dedicate ai games. Qui trovate le informazioni dedicate agli sviluppatori. Entrambi hanno capito che saranno loro, i produttori di games, a decidere chi vincerà questa sfida ludica. E non sarà solo una questione di margini. Chi saprà rendere la piattaforma più facile da programmare e più funzionale all’attività del gaming rischia di portarsi a casa un mercando straordinario. I social games oltre a mostrare tassi di crescita impressionanti sono parte integrante del successo delle reti sociali. Su Facebook ogni mese più di 200 milioni si incontrano per giocare. Più nello specifico i primi ottanta giochi in classifica vantano su Fb almeno un milione di player attivi. Google di suo ha più di 25 milioni di utenti iscritti a Google+ senza contare quelli al servizio di posta Gmail. Numeri di questo tipo preoccupano anche l’industria tradizionale del videogame. Microsoft, Sony e Nintendo con il giusto fastidio stanno assistendo da un anno a questa parte alla nascita di una piattaforma rivale (i social network) a cui è davvere difficile rispondere. In questo momento gli occhi sono tutti puntati su Google: la potenza di fuoco di Mountain View (Android per i dispositivi mobili e Google+ e Gmail per diciamo l’internet seduto) li rende particolarmente interessanti per chi sviluppa games. Naturalmente c’è anche Apple. E forse proprio da Steve Jobs potrebbero arrivare le novità più interessanti.