Ecco i punti più interessanti del documento diffuso ieri dal Corriere delle Comunicazioni
Appunti per controllare l'iter dell'agenda digitale sotto il governo Monti.
La cabina di regia si articola in sei gruppi di lavoro. (infrastrutturae sicurezza, e-commerce, e-Gov e Open Data, Alfabetizzazione informatica, Ricerca e innovazione, Smart Communities.
Interessanti gli strumenti di consultazione previsti. Accanto ai classici incontri face-to-face, il documento prevede consultazioni aperta a tutta la cittadinanza, in risposta ad una serie di articoli del Decreto Digitalia. La consultazione …verrà effettuata tramite un’apposita form presente sul sito web dell’Agenda Digitale per una durata di circa un mese.
Prevista anche una fantomatica quanto misteriosa "consultazione “social”: "consultazione tramite strumenti quali IdeaScale, User Voice e LiquiFeedback per una consultazione “crowd”utile a raccogliere impressioni “di contorno". Un po' da capire sopratutto cosa si intende per impressioni di contorno.
La tabella di marcia. Fitta l'agenda, incontri settimanali e sempre ogni sette giorni ogni gruppo di lavoro deve stilare un report sul lavoro svolto da sottoporre alla cabina di regia.
I primi risultati entro il 30 giugno quando verrà completato il documento descrittivo “la strategia italiana per un’Agenda digitale”
Entrando più nel merito dei singoli tavoli.
Per infrastruttura e sicurezza, il Piano Nazionale Banda Larga orevede per le regioni del Centro Nord 400 milioni di euro (2 milioni di cittadini esclusi dal servizio). Per le 8 Regioni del Sud: reperite tutte le risorse per azzerare il divario digitale
La completa attuazione del Piano – si legge nel documento - ha dato e darà lavoro a 8000 persone aprendo 3600 cantieri.
Tra i provvedimenti normativi che la Cabina di Regia dovrà definire c'è oltre alla semplificazione dei regimi autorizzativi anche la realizzazione di infrastrutture nelle aree meno remunerative e la modifica dei criteri di misurazione dei limiti di elettrosmog.
Sul fronte sicurezza accanto all'istituzione di un CERT italiano (Computer Emergency Response Teams contro gli attacchi informatici) – iniziativa doverosa- è prevista l'implementare soluzioni tecniche per attivare sistemi di allerta e assicurare la notifica di attacchi informatici ai cittadini. E la definizione di progetti operativi per garantire la sicurezza nei pagamenti. Poco o nulla si dice sul fronte culturale, o quantomeno sulla divulgazione di metodi e tecniche per evitare brutte sorprese.
E-commerce:
Interessanti alcuni dati contenuti nel documento di cui però non sono specificate le fonti.
Le PMI italiane che hanno fatto e-commerce sono cresciute
dell’1,3% l’anno nel triennio 2008-2010 contro il – 4,5% di chi non ha
nessuna presenza online.
• La internet economy, per ogni posto di lavoro che va perduto, ne
crea 2,6.
• In Italia la percentuale di popolazione che ha effettuato ordini online
nel 2011 è del 26,3% contro il 40,4% della media UE a 27.
• L’e-commerce in Italia incide per il 5% sul fatturato delle aziende,
circa 8 miliardi di euro. Al di sotto della media europea (14%).
Sul piano operativo il documento stimola la cabina di regia a identificare i principali colli di bottiglia. Logistica, fiducia nei pagamenti elettronici e alfabetizzazione informatica.
E-Gov.
Tre gli assi di intervento previsti dal documento: regolamentazione, sistema di infrastrutture e reti paese (scuola, giustizia e sanità). Si parte da Carta di identità elettronica, Evoluzione delle piattaforme esistenti (PEC, ViviFacile, dati.gov.it), Giustizia (PCT piano straordinario di giustizia digitale), Sistema formativo (azioni di digitalizzazione del sistema scolastico e universitario) e Sanità (Digitalizzazione del ciclo della prescrizione)
Alfabetizzazione Informatica
Interessanti i dati sulla digital litteracy.
•Il 30% della popolazione europea non ha mai utilizzato internet (Agenda
Digitale Europea).
•Il 41,7% delle famiglie italiane non possiede l’accesso ad internet perché
non ha le competenze per utilizzarlo (fonte Istat 2011)
•In Italia solo il 26,3% degli utenti internet ha acquistato prodotti e servizi
online nel 2011 (fonte Istat)
Ancora più disarmanti questi dati:
Nelle aule scolastiche si utilizza ancora il 90% di
contenuti cartacei per la didattica;
• Solo il 16% degli studenti utilizza a scuola
contenuti e strumenti digitali.
Ambiziosi e un po' generici gli obiettivi del gruppo
"Estendere il modello della scuola digitale (banda larga per la didattica
nelle scuole; cloud per la didattica; trasformare gli ambienti di
apprendimento; contenuti digitali e libri di testo /adozioni; formazione
degli insegnanti in ambiente di blended e-learning; LIM – e-book; eparticipation…);
2. Affrontare il problema dell’inclusione sociale (diversamente abili,
stranieri, minori ristretti, ospedalizzati, anziani…) anche attraverso
soluzioni di telelavoro;
3. Incentivare il target femminile all’uso delle ICT;
4. Sicurezza e uso critico e consapevole dei contenuti e dell’infrastruttura
della rete"
Promuovere l’uso delle ICT nei vari settori professionali, del mondo
del lavoro pubblico e privato, per garantire la riqualificazione e la
formazione professionale continua;
6. Costruire un quadro normativo abilitante per il fund raising privato
per partnership pubblico-privato;
7. Promuovere la standardizzazione dei beni e dei servizi da acquistare
favorendo l’utilizzazione dell’e-procurement pubblico;
8. Sostenere attraverso campagne di comunicazione istituzionale
l’utilizzo delle tecnologie e la promozione delle conoscenze
Gruppo Ricerca e innovazione.
Anche in questo caso siamo all'inizio.Molti gli obiettivi, alcuni in particolare hanno occupati i tavoli di quasi tutti i governi degli ultimi dieci anni. Ad esempio:
Incrementare l’investimento privato in ricerca e innovazione nel
settore ICT prevalentemente attraverso gli strumenti del credito di
imposta, e della finanziarizzazione dell’intervento pubblico
(credito agevolato, garanzia al credito, finanza di progetto, ecc.)
O
Definire meccanismi organizzativi e finanziari che facilitino la
partecipazione del sistema produttivo italiano ai programmi
europei di R & I in ambito ICT, attraverso l’aggregazione tra
imprese e organismi di ricerca , in una logica di “plug in” rispetto
agli interventi nazionali;
Interessante invece il capitolo dedicato all'uso dei datacenter.
Promuovere l’ utilizzo, anche a scopo di ricerca dei Data Center di
cui al Progetto Strategico definito dal Dipartimento per le
Comunicazioni del MISE, in coordinamento con il Dipartimento per
le politiche di sviluppo, oggi all’attenzione della Commissione
Europea
• Valutare la possibilità di utilizzare Data center di ultima
generazione per lo sviluppo e la sperimentazione di nuove
generazioni di applicazioni e servizi web-based.
Gruppo Smart Communites.
Questo è decisamente il più complicato. Sopratutto perché non è ancora chiaro cosa si intenda per smart communities. Nel documento c'è un po' di tutto, dalla grid alle piattaforme online per le comunità. Il tutto è un po' nebuloso ma forse proprio per questo potrebbe dimostrarsi un vero driver di crescita.