Un miliardo di dollari per Instagram hanno un senso solo se non si guardano i numeri. I 30 milioni di utenti che si sono iscritti al servizio di fotosharing-vintage non possono valere tanto. Anche se fossero utenti che non sanno neppure cosa è Facebook (il che non è possibile) non si giustificherebbero i 30 dollari a testa che hanno speso. Allora le foto? Su Instagram sono state caricate oltre un miliardo di foto. Fanno un dollaro a foto. Perlatro, se c'è un servizio che su Facebook funziona e anche bene è proprio quello degli album fotografici online. L'unica risposta sensata per giustificare quel miliardo di dollari è l'engagement che stimola il servizio di Instagram. La sensazione è quella di appartenere a una comunità di storytellers, che si racconta con immagini nel day by day, "twitta" scattando foto. Gli effetti vintage e le didascalia servono proprio a dare una profondità e un senso a quello che guardiamo attraverso uno smartphone. Scattare una foto, paciugarla un po' e pubblicarla con tanto di didascalia e tag, da sole queste tre azioni singolarmanente non sono una innovazione. Semmai lo sono la facilità di interfaccia e l'integrazione (il passaggio dallo scatto, al trucco e alla pubblicazione è particolarmente efficace rispetto alla concorrenza). In questo Instagram è imbattibile. Ma da qui a valutarla un miliardo di dollari ne passa…