Come da pronostico il verdetto è stato favorevole a Apple. I nove giurati non si sono persi d'animo, in meno di 48 ore hanno studiato le oltre 100 pagine di istruzioni per decidere quali brevetti sono stati violati e quali no e ieri notte, rispettando la tabella di marcia imposta dal giudice Lucy Koh, hanno inflitto a Samsung una sanzione di 1.049.343.540 dollari, meno della metà rispetto ai 2,2 miliardi richiesti dagli avvocati di Cupertino.
Rigettata la richiesta di danni presentata dai coreani per tre brevetti. Una vittoria piena per l'azienda californiana che giocava in casa e partiva con il favore del pronostico. I giurati si sono espressi chiaramente: Samsung ha violati i brevetti di Apple, sapendo di farlo. Ne ha infranti sei di cui almeno tre «volontariamente». L'unico – fra quelli che Apple reclamava – che Samsung non ha violato é quello relativo al design del proprio tablet la forma rettangolare e gli angoli addolciti in una curva non intaccano il brevetto sull'iPad.
La causa prendeva in esame sei brevetti applicati a decine di smartphone e tablet come Captivate, Continuum, Droid Charge, Epic 4G, Fascinate, Galaxy Ace, Galaxy Prevail, Galaxy S, Exhibit, Infuse 4G, Mesmerize, Nexus S 4G, Gem, Galaxy Tab, Galaxy Tab 10.1, Replenish, Vibrant. Nello specifico la giuria ha considerato Samsung colpevole di aver "copiato" il brevetto 381 sul cosiddetto "bounce back" in tutti i dispositivi indicati da Apple. La 915 "patent" relativa ad alcune feature come finger to scroll e pitch and zoom è stata violata ma ad eccezione di tre modelli. Numerosi distinguo anche per brevetto 163 relativo al "tap to zoom". Colpevoli i coreani anche su interfaccia e design anche se le crocette poste dai giurati sulle schede sembrano aver puntata il dito più sui telefonini che sui tablet. Anzi, i prodotti tablet della linea Galaxy Tab sono salvi, non si sono ispirati "pesantemente" all'iPad, almeno secondo i giudici. E per ora. Ma la sostanza non cambia. Samsung ricorrerà in appello.
I commenti a caldo
«Chi esce sconfitto è il consumatore americano», ha commentato a denti stretti il legale di Samsung aggiungendo: questo verdetto «ridurrà le scelte, meno innovazione e potenzialmente più prezzi più alti». Raggiante invece Katie Cotton, portavoce di Apple ha applaudito la sentenza: «Un chiaro messaggio che rubare non è un diritto». Apple e Samsung lasciano così la corte di San Josè. I due però non smetteranno di incontrarsi in tribunale. La battaglia legale continua in Germania e Australia. In Corea del Sud ieri è finita con un sostanziale pareggio, una doppia condanna. E poi c'è il business: Samsung rimane uno dei principali fornitori di componenti di Apple. I due non soffriranno a lungo la distanza.