Che qualcosa potesse essere andato storto il pubblico italiano lo aveva intuito anche solo dal titolo: «Un film Minecraft» è l’incomprensibile traduzione di A Minecraft Movie. Perché chiamarlo così? Non bastava Minecraft, il film come ha fatto la Nintendo con Super Mario Bros – Il Film? Era più semplice. A posteriori, però, sembra un monito per lo spettatore, per dirci di abbassare al minimo le aspettative, perché non è solo la più insensata trasposizione di un videogioco dal 1993 – e cioè dai tempi di Super Mario Bros con Bob Hoskins – ma personalmente è anche uno dei più brutti film in assoluto che io abbia mai visto. E nella mia vita ho visto molto film brutti.
La sceneggiatura non sembra scritta da ChatGPT – magari lo fosse – ma dai tre autori di Boris: il film Minecraft inizia con un quarto d’ora di spiegone in terza persona per dirci chi sono i personaggi. Steve è Joe Black e fa Joe Black. Jason Momoa interpreta Garrett Garrison, un ex prodigio dei videogiochi fallito. Poi c’è il solito nerd, la sorella del nerd e una postina che fa anche la guardiana di uno zoo ambulante.
Non sono un critico e quindi non mi sono andato a leggere bene chi è chi e perché è nato questo film. Sono andato al cinema senza grandi aspettative, al seguito di quattro ragazzi tra i nove e i dieci anni, tutti appassionati di Minecraft, che – ricordiamolo – non è un titolo come gli altri, ma è il videogioco più venduto della storia: una sorta di scatola Lego interattiva capace di creare mondi.
Mi aspettavo un’operazione alla Super Mario, e cioè scoprire qualcosa che non so del gioco, indovinare qualche easter egg e scoprire costruzioni, materiali, trucchi da provare nel gioco. Qualcosa che insomma rendesse conto della meraviglia del videogame. Invece, mi sono sorbito Joe Black che canta facendo le solite smorfie, Jason Momoa vestito di rosa che prova a farmi ridere, e la ricostruzione più sciatta di uno degli universi videoludici più popolari di sempre.
Minecraft è creatività, esplorazione e amore per la scoperta e la costruzione. Di giorno scavi, scopri metalli e poi li combini per costruire quello che ti pare. Di notte, nella modalità sopravvivenza, arrivano zombie e mostri e quindi tocca nascondersi. Queste le regole base. Con il tempo Minecraft è diventato molto di più: sono nati nuovi reami, dimensioni parallele, villaggi e portali dimensionali.
Se siete degli appassionati del mondo a cubi, resterete disorientati dalla sciatteria. Minecraft è scoperta e creatività, nel film non c’è nulla di tutto questo. Sembra uno spiegone maldestro al boomer che non ha mai giocato in vita sua. È talmente tutto buttato lì che sembra fatto apposta per dirci che il progetto, in qualche modo, è stato sabotato da dentro. Un po’ come nell’ultima trilogia di Guerre Stellari, qualcuno è andato per la sua strada senza dire agli altri cosa stava facendo.
Ora, io mi rendo conto che non si fanno i film solo per i fan, che Minecraft non ha una storia ma milioni di storie, e non è semplice scrivere trame su meccaniche di gioco. Ma mi sarei accontentato di scoprire, per esempio, chi sono i creepers, cioè i cattivi che esplodono. Una storia sulle origini dei villagers, i personaggi che vivono in comunità su Minecraft. Anche qualcosa di più sui maiali e sugli scheletri.
La cosa migliore che troverete è invece la storia d’amore tra un villico e una stagionata divorziata. Sul doppiaggio non spendo una parola, la cattiva però è la Maionchi, e credo di avere detto tutto. Personalmente, invece, la cosa peggiore è stato l’applauso finale dei pre-adolescenti che, però, più che applaudire il film, hanno voluto celebrare il loro amore per quella scatola creativa che, ancora oggi, è Minecraft. Non ho avuto il coraggio di fare domande all’uscita del cinema.