I desideri ludici degli Ucg

Il blog di Matteo Bittanti, uno dei più interessanti studiosi di videogame in circolazione, riporta una serie di commenti e chiose dal tono perplesso su Little Big Planet. Il più lucido mi è sembrato quello di Chris Dahlen che si domanda: perché i videogiochi che scommettono sulla User content generation (Ucg) puntano sostanzialmente su tool di sviluppo 3d quando i prodotti più diffusi sulla rete sono foto e testi? L’osservazione è giustissima. Ma non si potrebbe dire lo stesso su Spore?