La terza vita di Playstation

«Oggi siamo i leader indiscussi del 3D». Sul palco dello Shrine auditorium di Los Angeles Kazuo Hirai appare sicuro e sollevato, sembra essersi liberato di un fantasma. Nel 2006 il numero uno di Sony entertainment prese il posto di Ken Kutaragi, il padre visionario della Playstation, ereditando la Ps3, la macchina da gioco più costosa mai realizzata nella storia – solo a partire da marzo di quest’anno sarebbe venduta in profitto – e ritrovandosi a quattro anni dal lancio dietro a Wii e Xbox 360 per numero di console vendute (35,7 milioni di console nel mondo contro 67 milioni di Wii). In questi anni ha assistito a una rivoluzione nel mondo del gaming. Ma Hirai i conti intende farli dopo. Il ciclo di vita della Ps3, ha messo in chiaro, è di 10 anni. Ma più di ogni cosa è convinto di avere trovato nel 3D l’equazione per tenere insieme le diverse anime di un gigante dell’elettronica come Sony. «Mai come oggi – spiega a Nova24 – i televisori Bravia e la Ps3, le macchine fotografiche e computer, insomma gli asset che compongono Sony possono convergere su contenuti in tre dimensioni». Anzi, proprio i videogiochi per la Playstation 3 sono attualmente l’unica sorgente per chi ha deciso di acquistare televisori 3D ready. Ma la scommessa è rischiosa. Schermi e occhialini sono ancora poco diffusi nelle case come anche chi produce i contenuti. «È un po’ come con l’alta definizione – osserva Hirai –. All’inizio ci si domandava perché passare all’Hd. Quando poi sono arrivati videogame, film e trasmissioni insomma contenuti non se lo è chiesto più nessuno. Così avverrà con il 3D. E i driver principali saranno sport, film e naturalmente videogame. Noi come con l’Hd e il Blu Ray stiamo investendo massicciamente nella produzione di contenuti ma anche i content provider dovranno fare la loro parte». Il successo di una tecnologia è legato all’ecosistema di produttori che si forma intorno a essa. E Kazuo questo la imparato nel corso della sua carriera. Nel 2006 accorciare i tempi di sviluppo dei giochi e stimolare le terze parti a scrivere programmi per Ps3 fu il primo nodo da sciogliere. I tempi dei fasti della Ps2 erano già passati. La macchina progettata da Kutaragi è stata a lungo la migliore un circolazione. E anche la più venduta al mondo. Ma il mercato è cambiato. I rivali non sono stati a guardare, introducendo nuove tecnologie portatili (Nintendo 3DS) e una vocazione sempre più casual dell’industria videoludica (Kinect di Microsoft) videoludica. In più nuovi attori (Apple) si sono affacciati. Nessuna di queste "novità" sembra però preoccupare più di tanto Hirai: «L’iPad? Perfetto per portare l’esperienza di gioco a chi non aveva mai conosciuto i videogame. Ma senza bottoni la meccanica di gioco ne risente troppo. E i game si limitano a intrattenimenti di pochi minuti». Sicuro anche su Nintendo 3DS, la vera sorpresa di quest’anno. «Non l’ho ancora provata ma sono convinto che l’esperienza in 3D più immersiva è quella con schermi e occhialini. Ci vuole tempo e ricerca per calibrare il 3D – spiega il manager e lancia un messaggio a tutti gli attori del 3D –. Bisogna lavorare bene per garantire la migliore esperienza possibile. E ci vuole tempo». Come dire, su questa tecnologia vietato sbagliare, l’effetto deve essere soddisfacente e non dare fastidi. Anche sulla rivoluzionaria interfaccia di Microsoft Kaz Hirai non rinuncia a una battuta: «Non ho ancora provato Kinect. Ma Sony ha già esplorato con la videocamera Eye Toy (2003 ndr) l’opzione del gioco con il solo movimento del corpo. Crediamo che vada benissimo per games molto molto semplici. Ma se, per esempio, occorre sparare ci vuole un bottone o qualche cosa di fisico da premere».
Chiose a parte, è difficile intuire anche solo dalle espressioni del manager giapponese se su Eye Toy qualche errore di valutazione ci sia stato. Move, il nuovo sistema di gioco che uscirà a ottobre formato da una videocamera che rileva i movimenti di un controller a forma di microfono, sembra però in termini tecnologici un passo avanti al "vecchio" Wimote di Nintendo e uno indietro a Kinect di Microsft. Ma certamente più avanti di entrambi sul fronte dell’integrazione tra questa modalità di gioco e il 3d. Non a caso Killzone 3, lo sparatutto in 3D più atteso dal pubblico della Ps3 sarà compatibile con la nuova periferica. Il che spiega bene dove Sony voglia andare a parare: 3D, effetti speciali e una interfaccia per casual e pure per hard core gamers.
Nessun indizio invece su quella che accadrà dopo la Ps3. Se è vero che Xbox sta già lavorando alla prossima console e Wii si appresta a lanciarne una nuova a breve, i dieci anni di ciclo di prodotti previsti da Hirai potrebbero non bastare. «La Ps4? Non dirò nulla – sorride il capo di Sony entertainment –. Qualcuno pensa che la console sparirà. Tutto sarà sul cloud, disperso nel network. Il che potrebbe anche essere possibile ma funzionerebbe solo in paesi con un’alta penetrazione della banda larga come Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. E nel resto del mondo? Il business non si può permettere di investire per pochi». Ci vorrebbe una visione tecnologica di lungo termine. Forse ci vorrebbe un visionario, qualcuno potrebbe malignare. Ma oggi nei piani di Sony la prospettiva è il 3D e il business. Il fantasma di Kutaragi forse ha trovato il suo esorcista. O forse non lo troverà mai.