Los Angeles. Downtown. A una quarantina di passi dallo Staples center, lo stadio dove i Laker hanno vinto quest'anno il titolo Nba, lungo la South Figueroa si trova The Original Pantry Cafè . E' aperto 24 ore su 24 dal 1924. Se vuoi vendicarti di una insalata francese o più semplicemente se vuoi mettere i piedi dentro un'istituzione allora devi per forza entrare e ordinare qualche cosa di unto e grasso. Io e il mio socio (mia moglie) ci siamo divisi un pollo fritto con patate e uova col bacon pure con patate. Mi ero ripromesso di non mangiare polli negli Stati Uniti complice “Il dilemma dell'onnivoro” di Pollan Michael, una sorella veterinario e un paio di libri su diritti degli animali di Peter Singer. Ma da Pantry non era proprio il caso di sottilizzare. Il locale è un viaggio indietro nel tempo. Tutto è rimasto in stile anni cinquanta. Anche l'odore di grasso e fritto che unge tutte le superfici metalliche. E purtroppo anche tutti gli avventori. La metà di loro sono ciccioni, un quarto turisti e il resto americani di media corporatura. Come spesso accade mi sono incantato a fissare quelli che mangiano. Non si dovrebbe fare, lo so, ma non ci posso fare niente. Mi concentro prima sulle mandibole, poi passo alle mani, poi forchette e coltello. Non mi perdo nessun movimento: come incide la carne, come rotea i bulbi oculari, come gestisce il suo piatto, insomma tutto. E' una esperienza che consiglio, se riesci a concentrarti bene ha un che di psichedelico. Questa volta però ho assistito a qualche cosa che non avevo mai visto. La mia vittima accompagnava ogni boccone con il dorso della mano fin sotto il mento. Se qualche cosa fuoriusciva dalla bocca la intercettava e con una mossa rapida la leccava via. In continuazione. Ogni tre bocconi una bella leccata e via. Io sono rimasto ipnotizzato, non ho pensato ad altro per tutto il pranzo. Eppure, il locale aveva molto da raccontare. All'inizio degli anni cinquanta era punto di incontro di tutti i galeotti di Los Angeles perché correva voce che assumesse ex carcerati. Il fondatore per anni si era incaponito a non servire coca-cola perché la considerava una bevanda insalubre. A lungo è stata sul punto di chiudere fino a quando il sindaco di L.A Richard Riodan decise di comprare la proprietà rendendola patrimonio della comunità. Sui muri dei bagni c'erano moltissime altre storie ma io sono uscito con negli occhi quelle mascelle veloci che macinavano e tritavano in continuazione cibo e quella lingua sul dorso della mano. Di quel pollo fritto e di quelle patate mantengo un ricordo confuso.
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