La miglior bistecca di San Francisco? Da Harris'. Non si discute, non c'è gara. Lo sanno tutti nella baia: per festeggiare compleanni, anniversari, promozioni e fidanzamenti si va da Harris'. A patto di ordinare carne o aragosta che è la variante consentita e accettata dalle steakhouse di lusso a stelle e strisce. Intendiamoci, c'è altra roba nel menù ma in una steakhouse che cosa ci vai a fare se non per addentare proteine? A me l'idea di mangiare bistecche mi turba sempre un poco, più che altro per una serie di sottopensieri che vanno dal macello come luogo fisico alla assenza di controlli e certificazioni in molte fattorie americane fino al concetto stesso di mangiare tessuti muscolari e non di altri animali. Un po' perché il miglior manzo della baia come status mi fa rabbrividire. Da Harri's poi la carne è accompagnata da un mini-rito come quello del Martini. E da un processo di macellazione e conservazione che pare rendere la bistecca superlativa. In base a quanto ho appreso, la carne di Harris' viene frollata per tre settimane ed esposta in vetrina in un ambiente a temperatura controllata. Di solito basta una decina di giorni, loro invece la tengono di più per renderla ancora più tenera. La questione della vetrina attiene invece solo allo storytelling della fettina e c'entra poco con la qualità. Dietro il vetro appare un po' scuretta, a dire il vero. Il che non la rende ai miei occhi particolarmente eccitante. Un'altro motivo che mi vede in difficoltà è il luogo dove si consuma il manzo. Ancora non riesco a digerire che i posti fighetti americani siano delle bisteccherie. Mi spiego meglio: democratici, radicals e ricchi liberal sono meno incasellabili. Repubblicani e middle class invece sembrano più omologati e sembrano orgogliosi dello loro T-bone, dei loro BBQ e via dicendo. Almeno così mi ha spiegato un vallet del ristorante che chiaramente odiava l'americano medio. In ogni caso, americani a parte io mi trovo in difficoltà a ordinare una bistecca grande come un piatto in un ristorante dove la maggior parte della clientela sono vecchi vestiti eleganti, manager casual e coppiette in tiro. La bistecca è qualche cosa da affrontare senza etichette, secondo me. I coltelli devono battere sulla porcellana, i bocconi grondare di olio, le ossa vanno ripulite digrignando i denti. Ci deve essere manualità nel consumo, libertà nella postura, risucchi e bave. Non dico peti e rutti semmai una via intermedia, più dignitosa, da campeggio azzarderei. Anche se il locale è di lusso? Sì, proprio perché il locale è di lusso. Una Harris' steak costa 40 dollari più le tasse. Mettici una acqua minerale (otto dollari), un calice di Merlot californiano (12 dollari) poi aggiungi un Martini le tassi e la mancia ed è un attimo arrivare ai 100 dollari di conto. Per una cifra del genere minimo devo ungermi come pistone fino ai gomiti, digerire rumorosamente per poi stravaccarmi sulla sedia guardando il soffitto, sazio, satollo e grato. Solo così sento di poter rendere omaggio al miglior manzo della baia.
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