Le scuole per diventare game designer

Il rischio è l’effetto "saranno famosi". Diventare game designer spesso viene scambiato con un percorso professionale che ha più a che vedere con l’arte che con la matematica. Game designer di successo sono osannati dalla stampa specializzata e dagli appassionati come idoli pop. E poi ci sono i soldi: per un programmatore scrivere codice per l’industria del gaming spesso è più vantaggioso rispetto ad altre aree del software. Tuttavia, vale la pena ricordare che sono molte e diverse le professionalità che coprono la fase di progettazione, sviluppo e produzione di un videogioco. C’è lo sviluppatore di ambiente 2D e 3D, il level designer ovvero colui che progetta le meccaniche di gioco, ma anche lo sceneggiatore che scrive i dialoghi e si occupa della trama. Un blockbuster per console può avere uno staff di due-trecento persone. Mentre un gioco in flash o un "indie-games" può tranquillamente richiedere cinque programmatori di talento.
Per entrare in questo mondo le strade sono molte perché non esiste un percorso istituzionalizzato. Negli Stati Uniti tra college, università e corsi di specializzazione sono salite a 300 le scuole dove imparare il mestiere. Secondo The Princeton Review e Gamepro (http://tinyurl.com/38rhw2l) le scuole da tenere d’occhio sono Sacred Heart University, The Art Institute of Vancouver (Canada), The Georgia Institute of Technology, Columbia College Chicago e University of Southern California.
In Europa da segnalare l’Università di Tampere (Finlandia) e la Brunel University (Inghilterra). Anche in Italia cominciano a esserci corsi e master dedicati a chi vuole sviluppare videogame. La Luiss ha un master in video e computer game. L’Università di Verona un master universitario in Computer Game Development (le iscrizioni si chiudono il 18 settembre), mentre lo Ied ha aperto un corso di tre anni in Digital & Virtual Design, Specializzazione in CG Animation & Videogame Development. Un indirizzo formativo dedicato all’ideazione e realizzazione di prodotti di animazione digitale per il cinema (cartoni animati in 3D) e opere multimediali interattive, tradotto videogames. (l.tre.)
pubblicato su nova del 16 settembre

  Post Precedente
Post Successivo