“Mi è successo ancora. Mi hanno guardato e non ci volevano credere che
fossi un professore universitario”. Anche questa volta Francesco
Stellacci ha avuto problemi a raggiungere il tavolo dei relatori E
dire che il nanotecnologo premiato come una delle mente più innovative
del mondo giocava in casa, al Politecnico di Milano dovre si è
laureato e dove era chiamato oggi a tenere il keynote speach per la
premiazione dell’ottava edizione Start Cup Milano Lombardia
(www.startcupml.net). Cinque anni fa accadde lo stesso a un convegno
di nanotecnologia. Però all’epoca aveva ”solo” 32 anni. Era già
docente al Mit, con una convinzione ferma: tornare in Italia e fondare
una start up. Il sogno, confida, lo ha realizzato solo in parte. La
start up, Molecular Stamping l’ha fondata ma non è riuscito a tornare
in Italia. “Insegno a Losanna, mi sono avvicinato, la maggior parte
del mio tempo la passo in svizzera ma come direttore al centro europeo
di nanomedicina a Milano riesco a venire spesso in Italia. E
nonostante questo – sorride – ancora adesso non riesco a farmi
accettare come professore. Colpa dell’età, in Italia i docenti sono
molto più vecchi di me”. Complice, va detto, anche il colore della
camicia che oggi Stellacci sfoderava. Un viola pallido più da disco
che da prof. Camicia a parte, a lui il compito di arringare gli
aspiranti imprenditori accorsi per la competizione. “Non avrete mai
successo se non sognate. E' la forza dei sogni che ti porta avanti -
ha detto Stellacci avvertendo -: e mi raccomando non americanizzatevi.
Ricordatevi che siete italiani”. Nella testa degli start upper c’è
però l’America c’è. O anche solo, per accontentarsi l’obiettivo di
vincere. Perché di gara si tratta. Una business plan competition o,
per dirla in modo semplice, una sfida di idee imprenditoriali volta a
favorire la nascita di aziende ad alto contenuto innovativo. I
partecipanti hanno tre minuti per convincere una giuria di esperti. Al
termine, i voti confluiscono in una graduatoria redatta da capital
venture e investitori. Insomma, un po’ come Sanremo: più voti vanno
comporre il giudizio finale. I sei vincitori, due per ciascuna dell
tre sezioni (Ict, Clean tech e Scienze della vita) oltre a vincere
premi in denaro parteciperanno il 3 dicembre al Premio Nazionale per
l'Innovazione, la finalissima delle Start Cup italiane. Ad
aggiudicarsi un biglietto per Palermo sono stati Conf Tech e Proxentia
per la sezione Life Science, Amanuens ed Emotica Games per Ict e Ipad
Lab e Eco Oli di separazione per Clean Tech. I progetti sono tra i più
disparati. Si va da una sorta di coperta dotata di sensori per
monitorare i neonati (ComfT Tech) ad applicazioni di cloud computing
per localizzare il software (Amanuens) a prodotti per la diagnosi
delle malattie delle piante coltivate. “Quest’anno la StartCup ha
raccolto 78 idee. Di queste ben 58 sono state convertite in business
plan. Sono molte - ha commentato Giuseppe Serazzi delegato del
rettore per l’Acceleratore di impresa - stiamo decisamente
migliorando, nel senso che siamo sempre più capaci di partorire
progetti in qualche modi pronti per il mercato”. Meno bene la carta di
identità degli innovatori: 31 anni. Molto alta rispetto ai 25 delle
università estere. “Sta però scendendo – sottolinea Serazzi – : più
passa il tempo più impariamo a ragionare in una logica
imprenditoriale”.