Disney Epic Mickey, la recensione

Article-1290543047302-0C30D7A0000005DC-733673_636x559 Tutto inizia con la citazione che non ti aspetti: Topolino che a letto con aperto il libro "Attraverso lo specchio…" di Lewis Carroll. Quel romanzo, buttato un po’ casualmente sulle coperte è l’indizio della profondità e delle molteplici chiavi di lettura di Disney Epic Mickey, un videogioco-tributo a un universo immaginifico di personaggi della fantasia nati nei lontani anni Trenta. La storia è un pretesto per riscoprire cartoni del passato, esplorare ambienti ispirati a cortomertraggi in bianco e nero, ritrovare le colonne sonore di musica classica e sinfonica in stile Disney. Ecco l’incipit: «Il topo più amato dai bambini», in questo caso maldestro come solo Paperino sa essere, combina un pasticcio che lo condurrà a Wasteland, la terra dei cartoni animati dimenticati. Nel laboratorio del mago dell’Apprendista Stregone, ruba un pennello magico, rovescia il solvente e condanna alla distruzione Wasteland. Per rimediare al danno dovrà guadagnarsi la fiducia del coniglio Oswald the lucky rabbit, un personaggio nato un anno prima di Topolino che di fortunato ha ben poco visto che è stato dimenticato prestissimo. Oswald, prima invidioso poi alleato di Topolino, lo aiuterà a combattere contro il dottore matto, Macchia Nera e suoi tirapiedi.
Il gioco è stato pensato da Warren Spector (Junction Point Studios), un game designer maturo, specializzato nei giochi di ruolo, un maniaco delle azioni che generano conseguenze. In base alle scelte che sarete chiamati a compiere il mondo cambierà e con esso gli alleati. Non aspettatevi però dilemmi morali e difficili scelte esistenziali: il videogioco è leggero e scorre facile facile. Divertente anche l’idea del topo con il pennello che può decidere se colorare o cancellare il mondo che gli sta intorno. Ma, suggestioni a parte, la meccanica di gioco strizza l’occhio ai classici della Nintendo.
Il titolo infatti è una esclusiva Wii. E in un certo senso richiama nel gameplay molti dei bestseller della casa di Kyoto. Topolino, per fare due esempi, salta come SuperMario e risolve puzzle come Link di Zelda. Citazioni a parte, per i veri appassionati della Disney resta l’emozione di ritrovare dopo dieci anni Topolino nel ruolo di protagonista in un videogioco. Non il topo a cui siamo abituati: benvestito, moderno, sapientino e furbetto. Ma quello nella classica divisa vintage, in mutandoni rossi con bottoni bianchi. Il migliore.

pubblicato su nova del 2 12