Homefront ending (spoiler)

Homefront parla di una invasione dell'esercito della Corea del Nord ai danni degli Stati Uniti. Immaginare gli Usa conquistati da una nazione rivale è già difficile poi se ci metti pure la piccola Corea con la sua stella rossa allora fa proprio Berlusconi, Regan e anni ottanta. Magari non in quest'ordine. Eppure, evidentemente qualcuno ci crede davvero al nemico comunista. Se alla Thq hanno deciso di investire in uno sparatutto patriottico prima avranno fato qualche sondaggio, chessò un focus group, una intervista telefonica. Questi giochi costano un occhio, milioni di dollari. Evidentemente il nemico che viene dall'asia funziona. Magari per allegoria.  Magari il Vietnam, Peral Harbor, la Cina… Forse ci giocano un po' troppo con il pericolo giallo. Nel gioco vesti i panni di Jacob il ribelle. Un membro della resistenza ardimentoso e micidiale. Una arma umana contro il dominio spietato e crudele dei coreani. Retorica, patria, famiglia, hamburger, ciambelle sani valori  a stelle e strisce.  In Homefront ci sono tutti i luoghi comuni, pure il BBQ dei rivoltosi. Si sfiora costantemente il ridicolo.   E non si capisce se ci sono o ci fanno. Forse per questo – lo ammetto- ho  finito l'avventura in single player. Perché ho dedicato una decina di ore di gioco a questo titolo?  Perché da un momento all'altro mi aspettavo la battuta, l'ironia che sdrammatizzi il tutto, il colpo di scena che ristabilisce l'ordine delle cose. Niente di tutto questo. Dall'inizio alla fine si procede con epica fierezza. E alla fine ti senti anche tu davvero un eroe. Ma solo per averlo finito.