Tutta la nostra vita dentro Facebook

 

It's pretty cool. Mark Zuckerberg lo ripete ossessivamente e ne è davvero convinto. Le novità annunciate oggi a San Francisco ridisegnano il social network più popolare del mondo. Sarà “cool” decidere di mettere in fila tutta la propria vita su Facebook, i video che guardiamo, le foto che pubblichiamo e quello che condividiamo. Sarà “cool” passare dal I like, dal mi piace, a una più ampia gamma di verbi. Potremo vedere i film che i nostri amici guardano, ascoltare la loro musica, scoprire che qualcuno ha i nostri stessi gusti. "Serendipity", ha ripetuto Zuckerberg, alla conferenza degli sviluppatori F8: scoprire quasi per caso chi siamo attraverso quello che facciamo su Facebook . Una mappa di noi stessi per "consentirci" di nuotare nell'acquario blu di Zuckerberg. E tutto grazie a una nuova famiglia di applicazioni sociali, Open Graph, una piattaforma di programmazione ancora tutta da costruire. Una sfida per gli sviluppatori che potranno davvero connettere le vite con le azioni, i gusti con i contenuti. Sarà cool, secondo il boss di Facebook, scrivere la nostra Timeline come se fosse casa nostra decidendo cosa rendere pubblico e cosa no. Una casa che però è costruita dentro un codice che appartiene a "Zuck" ma che è regolato da norme, contratti e termini d'uso. Non sarà semplice destreggiarsi ora che non ci viene chiesto di dire solo i like. Così come non sarà semplice tracciare un confine tra quello che vediamo e quello che gli altri vedono di noi. Eppure, per il ragazzo prodigio sarà comunque cool aiutare noi a mappare "tutte le cose con cui si è connessi". Insieme a Facebook sul palco c'erano tutti i più grandi distributori di contenuti video e audio. Da Spotify a Netflix. Paradossalmente l'accordo con la piattaforma che trasmette film online vale in 45 Paesi ma non negli Stati Uniti, per questioni legate alla privacy. Fuori dagli Usa sarà possibile scoprire che film stanno guardando i nostri amici, ascoltare insieme le canzoni che stanno ascoltando o leggere gli articoli che stanno leggendo. Accanto agli accordi con Spotify, TuneIn Radio, iHeartRadio, Audiovroom, earbits, Deezer, Rdio, SoundCloud, Rhapsody, Vevo, Mog, Jell, Nike, Eventbrite, Ticketmaster, Color, Metacafe, Ticketfly, Appsfire, Airbnb e Netflix ci sono anche editori come Washington Post, The Daily e News Corp che consentiranno questa forma di lettura collettiva. Infine, per Zuckerberg sarà cool scoprire se l'industria dei contenuti deciderà di collaborare con lui per ridisegnare nuove forme di fruizione online e magari nuovi modelli di business. Dalla sua ha un numero. Cinquecento milioni di utenti connessi ai suoi server in un solo giorno, poco meno della metà della popolazione in Cina. Tutti su una stessa piattaforma. Nessun editore, inserzionista, produttori di contenuti può sperare in una platea più ampia. Zuck lo sa. E per lui è proprio pretty cool

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  • marcolinorules |

    L’ho provato la versione beta di Open graph. E’ la solita storia: FB condivide SOLO ciò che NOI decidiamo di condividere. Sta a noi la scelta

  • Luca |

    Forse inquietudine è proprio la parola giusta

  • marcolinorules |

    E’ possibile che in questo pezzo ci siamo (io la avverto) la stessa inquietudine che provo io verso l’espandersi di Facebook?

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