Più semplice un trasloco che saltare sull'iCloud

Non è la solita battuta acidina di chi si è incartato con la sincronizzazione del servizio di cloud computing di Apple e si affaccia in rete per lamentarsi della vita, della Apple senza Jobs e dell'autunno. E' l'esternazione di una ansia dettata da un contesto contingente. Ho quasi concluso un trasloco: chiama l'elettricista, aspetta i mobili, paga il muratore, vai al catasto, torna dal catasto, richiama l'elettricista, metti il wi-fi, collega il televisore, sintonizza i canali, risintonizza i canali, chiama il servizio per capire che fine ha fatto Realtv. E poi dove i bicchieri? Le tazze, le pentole e se la Xbox non non ci sta nel mobile nuovo?  Un senso di tragedia reso ancora più surreale per il fatto che la maggior parte di queste operazioni le ha dirette ed eseguite la mia compagna/moglie. Dio la benedica. Io ho sostenuto il tutto occupandomi di servizi ancillari.  In ogni caso lo stress è stato leggero ma insostenibile. Ecco perché al dunque di entrare nell'iCloud ho letto Luca De Biase e "senza sapere né leggere e né scrivere" mi sono bloccato subito. L'installato è là sul portatile, la configurazione che pare essere molto laboriosa può attendere.