Dall'annuario statistico italiano 201, i dati sono realativi al 2008 ma possono essere interessanti per lanciare un paio di riflessioni.
1,27%: Il peso della spesa in R&s sul prodotto interno lordo (calcolati mediante il deflatore del Pil. Il dato è relativo al 2009. Nell'Ue veleggiamo sull'1,90 mentre in Usa assorbe il 2,7% del Pil. Giappone è al 3,4%. In pratica chi in italia "mette i soldi" in ricerca e sviluppo sono aziende (52,7%) e università (31,6%). Interessante il fatto che non c'è un grande scambio tra pubblico e privato sul fronte della spesa. Ognuno guarda il suo. Stando ai dati del 2008, le aziende in pratica si autofinanziano. Stesso discorso per il settore pubblico.
Università. Mai generalizzare ma in termini statistici metà degli investimenti degli atenei vanno sotto la voce "ricerca di base". Solo il 33% va in ricerca applicata. Più nello specifico se "stringiamo" sulla ricerca applicata le aziende contribuiscono per il 54,6% e per ben l'84,6% nello sviluppo sperimentale.
Occupazione: Ci sono 5mila e 4mila ricercatori che lavorano nei reparti di ricerca e sviluppo di aziende appartenenti all'elettronica e ai servizi. Quasi 4mila appartengono al settore chimico e 3100 circa a quello meccanico. Da questi settori dovremmo quindi aspettarci un output innovativo maggiore. Almeno in teoria.
Le imprese innovative: Le imprese con più di 10 addetti che dal 2006 al 2008 hanno svolto attività di innovazione sono 66mila, il 33%. Rispetto ai tre anni precedenti sono aumentate del 3%, poco quindi. Ma c'è innovazione e innovazione. Il rapporto Istat in questo senso è parco di informazioni. Si limitata ad affermare che le aziende più grandi sono più innovative nel senso che hanno prodotto o introdotto al loro interno "almeno una innovazione". Che i settori più innovativi sono le industrie farmaceutiche e quelle di fabbricazione di computer e prodotti dell'elettronica e a seguire quelle chimiche. Sarebbe interessante capire gli effetti sul mercato e sul business di queste innovazioni per capire la portata in termini di pil.
Dotazione tecnologica delle aziende: Niente di nuovo. L'83% della aziende dispone di una connessione internet a banda larga. In questo caso il dato è un po' più recente e relativo al 2010. Ma più nello specifico: che ci fanno con internet? Principalmente accedono ai servizi bancari e finanziari. Poi dicono di ottenere informazioni sui mercati. Sarebbe bello capire cosa c'è dietro queste affermazioni. Per esempio, il 59% sostiene di acquisire servizi e informazioni in formato digitale. Cosa possa voler dire resta un mistero. Interessante invece il fatto che poco meno di una impresa su due utilizza i servizi online della Pa. Solo l'11% si arrischia a usare internet per procedure d'appalto (eProcurement).
Per dare una lettura più approfondita e scorrere grafici e tablet qui trova il pdf del capitolo 21 dedicato a Ricerca, innovazione e tecnologia dell'informazione. Scarica Cap21