Ecco perché per affrontare i miei fantasmi una volta per tutte mi sono portato in vacanza SuperMario 3d Land per Nintendo 3Ds con l'obiettivo di finirlo senza traumi. Magari nei ritagli di tempo, senza urgenza o pressioni. Dovevano essere i miei compiti per le vacanze. Io e Super Mario, da soli, senza ansie da prestazione.
E'' andata male. Ho inveito contro i giapponesi, ho mentito, ho accettato tutti gli aiuti disponibili, ho detto "un minutino che arrivo devo solo finire questo mondo" (frase odiosa di cui mi vergogno ancora adesso), e in quattro giorni l'ho finito. Senza gioia. Non ho esultato (il baffuto esultava per me), ho affrontato le sfide con meccanica passione, con una fretta del diavolo di arrivare da Peach (la principessa bionda che SuperMario è condannato a salvare da vent'anni a questa parte). Eppure, parliamo di un gioco facile facile, lineare lineare, a prova di bimbo. Quelli di Nintendo sono i migliori nei platform, non c'è dubbio. Geniali come sempre per le invenzioni. Mai banali nella coerenza stilistica dei mondi. L'estate con Mario si è rivelata un fallimento. Ma sotto un profilo psicologico. Mi ha insegnato che non conta il gioco o il genere. Contano i traumi del passato. Qualcosa è successo ai tempi di Manic Miner. E ne pago ancora oggi le conseguenze.
Per la prima volta mi sono portato per le mie due settimane di vacanze Super Mario 3D Land (Nintendo 3ds)