Il Wsj racconta di colloqui intercorsi tra Apple e importanti operatori di tv via cavo. E' un'altra piccola conferma dell'intenzione di Cupertino di entrare nel mercato tv con un set-top-box intelligente, una Apple tv potenziata con accordi ad hoc e contenuti originali. La notizia però sembra un'altra. E cioè l'assenza per ora di un accordo decente con chi ha show, spettacoli e serie tv. Secondo il Wsj Apple non avrebbe ancora stretto alcun acccordo rilevante con i big della tv via cavo. Del resto perché gli operatori dovrebbero concedere un trattamento speciale ad Apple? Perché, si domandano gli analisti, in un mercato sovraffollato come quello attuale, con player "nuovi" come Netflix, TiVo e compagnia cantante che hanno già superato sulla destra i broadcaster e produttori di contenuti che trattano direttamete con chi costruisce i televisori (Samsung, Lg ecc), qualcuno dovrebbe concedere un vantaggio alla già potentissima Apple? In passato ci aveva già provato Google a trattare direttamente con i gigante della tv via cavo per lanciare la propria Google tv. E fu un flop. Hollywood si è ben guardata da allearsi al motore di ricerca. Ha concesso qualcosina ma nessuna esclusiva rilevante. Da qui la decisione di puntare tutto su canali tematici con contenuti originali ad hoc per il web. Del resto perché chi detiene i contenuti dovrebbe cambiare atteggiamento e affidarsi a Cupertino? E' vero che in prospettiva le potenzialità di Apple nell'audiovideo fanno paura. Hanno i tablet – la più grande piattaforma di fruizione di internet si chiama iPad – gli smartphone (iPhone) e iTunes sul telvisore (ovvero l'attuale Apple tv, uno scatolotto nero che rappresenta ancora oggi la più incompresa scommesse di Steve Jobs). Hanno insomma una posizione invidiabile negli "schermi". Ma i soldi per ora continuano a passare per quello piccolo e quadrato tradizionale. Meglio se a pagamento come nel caso del business delle cable tv. L'unico motivo per puntare su Apple potrebbero essere i soldi. Ma storicamente Apple non ha concesso più di tanto ai content provider. La magia riuscita a Steve Jobs con le case discografiche ai tempi di iTunes non si ripeterà facilmente con Hollywood. Allora c'era un mercato della musica digitale (e legale) da inventare. Sull'audiovideo le tensioni ci sono ma sono differenti. La pirateria pesa meno della musica. Il televisore come oggetto tecnologico continua ad essere rilevante. O quelli di Cupertino si inventano una nuovo piccolo schermo, talmente innovativo da ammaliare i content provider o difficilmente il copione sarà diverso da quello di Google.
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