La città del Sole di Tommaso Campanella, il fallimento del Sogno americano , gli incubi di Orwell e il socialismo utopico di matrice ottocentesca. Gli spettri del game designer Kevin Levine tornano ad agitarsi in Bioshock Infinite, ultima fatica degli Irrational Games (per Xbox 360, Ps3 e pc). Il suo nuovo "sparatutto" spara poco ma ha il merito di raccontare la storia americana con i tic e le ossessioni di colui che oggi è considerato il miglior storyteller dell'industria dei videogame. Il suo gioco è quindi un romanzo deformato e grottesco popolato di caricature delle icone della prima rivouzione industriale. Come Jeremiah Fink il magnate dell'industria fascista e senza scupoli che nel gioco teorizza (e applica) il totale sfruttamento dei suoi lavoratori. O come il movimento anarco-rivuoluzionario dei Vox Populi che si batte per liberare i neri e i proletari. A differenza di altri videogiochi la storia non è un tappeto su cui muovere marionette e luoghi comuni allo scopo di arricchiere gameplay datati. L'universo di Levine resta sì sullo sfondo ma è ricco e mai banale e, come un libro, può essere sfogliato e approfondito tra un combattimento e l'altro. In primo piano invece c'è la figura dell'investigatore privato Booker DeWitt, un agente che ha il compito di trovare una ragazza chiamata Elizabeth, imprigionata a Columbia. Siamo agli inizi del 1900, in una dimensione alternativa. Columbia è una città-nazione volante, concepita come un simbolo degli ideali americani e presto disconosciuta dal governo dopo la strage a sangue freddo di un gruppo di civili cinesi durante la ribellione dei Boxer. Elizabeth scoprirà di essere destinata a grandi cose. E Columbia mostrerà il suo vero volto.
Il videogioco ripropone la formula di Bioshock con poche novità. Sotto questo profilo il gameplay non riserva grandi sorprese. Combattimenti e intelligenza artificiale, come detto, non appassioneranno i cultori dei first-person shooter. I nemici non sono mai particolarmente pericolosi, l'intelligenza artificiale insomma non impegna mai più di tanto. Anche i cosiddetti vigor, i poteri magici che Booker lancerà con la mano sinistra, non stupiranno i fan di Levine. Quanto a Elizabeth, la ragazza ha quasi sempre una funzione ancillare all'interno del gameplay, aiuta il giocatore ma non riesce a instaurare una relazione interessante con il detective. L'archiettura della città, l'estetica delle tecnologie, il disegno dei costumi invece rispettano le attese di un gioco che ha richiesto cinque anni di sviluppo, ottenuto un budget milionario e ha l'ambizione di candidarsi come miglior titolo di quest'anno. Chi volesse assistere alla storia di Bioshock Infinite come se fosse un film può accomodarsi e dare una occhiata qui.