E' una app ludica per viaggiatori. L'editore è la catena di alberghi Marriott International e l'ha chiamata senza troppa fantasia Xplor. Trattasi di app per iPhone. Al giocatore tocca la missione di ritrovare la zia Sophia che si è evidentemente persa. Per ricongiungersi alla zietta toccherà visitare cinque città (New York City, Sao Paulo, Paris, Dubai, and Beijing) risolvendo lungo il cammino puzzle e fermandosi a chiacchierare con la gente del posto. L'obiettivo di Marriott, si legge in una nota, è quello di attrarre turisti giovani nei suoi hotel. Estrarrà poi a sorte cinque giocatori che finiscono il gioco prima del 25 novembre.La cosa interessante di questi progetti è l'idea che c'è dietro al cliente-target. Primo: è giovane e quindi gioca con lo smartphone. Secondo: sono un hotel quindi lancio un gioco dedicato ai turisti che sono i miei clienti. Terzo: questa "trovata" mi porterà nuovi clienti. Nessuno dei tre punti è dimostrato o dimostrabile. Di sicuro se il gioco è bello il brand ne guadagna, se è brutto è una perdita di tempo per il giocatore e per Marriott. Qualcuno può sostenere a ragione che lo stesso vale per le riviste delle compagnie aeree che trovi nel sedile di fronte. Nella migliore delle ipotesi fanno passare il tempo quando non hai nulla di meglio con te. L'unica differenza tra un videogoco, una rivista o un gadget di benvenuto è legata come sempre alle intenzioni di questi progetti. I videogiochi possono limitarsi a intrattenere ma possono anche raccontare storie. Sarebbe bello se venissero usati per rendere navigabili gli asset delle società-cliente, per illustrare il funzionamento dei prodotti, per rendere più ludico l'uso di servizi. A ben vedere è l'opposto di quello che ha fatto Marriott. Al posto di lanciare giochi usare i giochi per diventare più interessanti. Costa di più? Di sicuro sul piano delle idee.