Per voltare pagina ci vuole coraggio e visione. Dopo dieci anni (Iron Man è del 2008) l’universo cinematografico della Marvel quando sembrava implodere su sé stesso ha conosciuto un nuovo Big Bang, una rinascita vera che ci lascia in eredità quello che è il vero e unico senso dell’eroe. Senza volere esecitarsi in fastidiosi spoiler è bene sapere che ci sarà un prima e un dopo Avengers: Endgame. Che la morte termica di questo straordinario universo di fantasia è scongiurata. Che il dopo rischia di contenere la contemporaneità che è mancata finora.
Contravvenendo alle leggi della termodinamica l’opera di Stan Lee rinasce dopo la sua morte più viva che mai, lasciando a noi che siamo cresciuti con i fumetti dei supereroi la certezza che le gesta di Thor, Capitan America, l’Uomo Ragno, Iron Man sono finalmente epica, nel senso proprio del termine. Possiamo dire che i supereroi sono finalmente invecchiati con noi. L’universo Marvel ha sconfitto l’entropia degli eroi di carta.
Ps. Chi vi scrive è cresciuto prima leggendo i fumetti e poi andando al cinema. Non ci ha mai creduto fino in fondo. Sono stati eroi troppo americani, a volte didascalici, sempre figli del loro tempo. Al cinema però, tra alti e bassi, la Marvel è stata epica e colossale. Un blockbuster per famiglie che però ha saputo a parlare trasversalmente a generazioni diverse. Sono solo fumetti, intendiamoci, nulla di articolato. Ma quando sei adolescente (e anche prima) la realtà deve essere binaria. E il senso dell’eroico è tutto dentro il racconto di questo nuovo inizio.