Una cittadina fantasma, con tanti appartamenti quello sì ma desolatamente vuota. Così il Wall Street Journal ha definito il social network di Google leggendo i dati di un rapporto Comscore. Dal lancio di giungo a Google+ si sono iscritte 90 milioni di persone. Che sono chiaramente molte. Ma il tempo che passano sul social network è di soli tre minuti. Poco, pochissimo rispetto a Facebook. A gennaio, rileva lo studio, un utente in media ha passato 405 minuti. Sei ore e passa al mese attacatti a “Faccialibro”, 135 volte di più di Google+. Meglio del social network di Mountain view ha fatto Twitter (21 minuti), Linkedln (17) e addirittura MySpace (8) dato per morto negli ultimi anni. A ben guardare solo l’accoppiata Tumblr con l’acclamatissimo Pinterest (il più modaiolo social network in circolazione) potrebbe dare fastidio a Facebook con soli (98 minuti). Al di là delle classifiche – che lasciano il tempo che trovano – una riflessione a parte merita il tema del tempo che passiamo sui social media. Quattrocentocinqueminuti sono moltissimo per essere un social network, pochissimo rispetto alle 5 ore di media che gli americani passano ogni giorno davanti al piccolo schermo. Il confronto però ha poco senso. L’intrattenimento televisivo “geneticamente” diverso da quello sui social network. Più senso avrebbe andare a vedere quanto accade su Youtube. Su Google+ così come su Twitter o su Facebook si condividono sì audiovideo ma il cuore dell’attività è legata alla lettura e alla scrittura. Sono oggetti diversi. Difficile pensare che un filmone sul divano di casa possa essere sostituito da una intensa sessione su twitter passata a leggere e scrivere e commentare. Entrambi assorbono tempo. Ma è tempo qualitativamente diverso.