I ricercatori Ibm hanno presentato un prototipo di software di visualizzazione, che consente ai medici di interagire con i dati clinici così come interagiscono con i propri pazienti, semplicemente osservando il corpo umano. La traduzione è un avatar, un corpo umano digitalizzato e cliccabile dal medico. Se per esempio ho il ginocchio fragile, cliccando sul mio pupazzetto all’altezza della gamba avrò, anzi, il medico avrà accesso a tutti miei dati clinici. Il che gli consentirà di concludere che sono un impiastro, che mi faccio sempre male e che a tal proposito non c’è nulla che la scienza possa fare.
In ogni modo, dietro questa prototipo c’è un’idea che balena da tempo ai tecno-ingegneri-sociali: digitalizzare tutti i dati clinici, smaterializzare una volta per tutte tutti documenti della sanità. Raccogliere in un unico file tutti i foglie fogliettini che raccontano la nostra salute. L’idea non è malvagia. Certo, prima occorrebbe risolvere quintali di problemi legati alla privacy. Ma terminate queste scartoffie….