Laboratorio console

Art_history_1
Se il film inizia premendo X, se twitter scorre anche sul televisore del salotto, se pure in cucina davanti ai fornelli c’è una Ds, allora siete tra coloro che fanno un uso non convenzionale della console. Accendere Xbox 360, Ps3, Wii o Psp e Ds insomma, macchine da gioco nelle declinazioni portatile e domestica con scopi altri da quelli squisitamente videoludici è entrato nel nostro immaginario. Di più, è diventato un piccolo gesto quotidiano. Lo sanno bene tutti coloro che hanno subito in casa una console senza essere degli appassionati di videogame. Chi, abituato al telecomando, si è trovato a dover lottare con un joypad per vedere un dvd. Lo sanno altrettanto bene quegli elettrodomestici nati per vivere sotto il televisore di casa che sono stati sfrattati a sportellate. Decoder intelligenti, televisori connessi, media center (chi se li ricorda?), lettori blu ray, videoregistratori rischiano grosso. Con la scusa dei videogame le console hanno "portato" la banda larga sotto il televisore, ma soprattutto hanno introdotto a basso costo nuove tecnologie. Anzi, per multinazionali come Microsoft, Sony e Nintendo le console hanno rappresentato il "giocattolo" per sperimentare e diffondere nuovi servizi: video in streaming, digital delivery (film in affitto, download di giochi, musica e alti contenuti digitali), canali interattivi, social network, instant messaging, video recording, per citarne alcuni. E dire che le console nascono come macchine chiuse, poco scalabili, nate con uno scopo specifico. Il successo dei videogame le ha trasformate gioco-forza in un laboratorio di nuovi servizi multimediali. E i videogiocatori sono stati le cavie o più educatamente gli "early adopters". Qualche esempio: il blue ray su Ps3 è stata a lungo la scelta più economica per l’alta definizione. Se l’accelerometro (la Wii) o lo schermo touch sono entrati come concetti nelle nostre vite lo dobbiamo a Nintendo. Il progetto Natal di Xbox360 (atteso per l’estate) smaterializzerà joystick e joypad. Una telecamera leggerà i movimenti delle mani e del corpo offrendo non solo nuove modalità di gioco, ma una diversa interazione alla "Minority report". Più che sul gaming più impegnativo, il progetto è tenuto d’occhio per le applicazioni più orientate ai media: scegliere un film con un gesto o accedere alla libreria musicale utilizzando la voce. Anche in questo caso si sperimenterà esattamente come è successo per acceleromentri, schermi touch e blu-ray.
Multinazionali a parte, anche università e ricercatori hanno messo le mani sulle console. Simon Scarle, ricercatore dell’Università di Warwick ha usato in parallelo la potenza di calcolo del chip della Xbox per condurre studi sul cuore. Il motivo? Costava meno di altri sistemi di calcolo parallelo. La Stanford University con un modello alla Seti Home utilizza i processori delle Ps3 connesse in rete per fare ricerche sulle proteine. Quanto poi alle applicazioni che sfruttano la tecnologia interna al Wiimote, in rete c’è una vastissima letteratura (http://hackawii.com). Da esperimenti di realtà aumentata a vere e proprie installazioni artistiche.
Ma le migliori cose, come al solito, le hanno partorite gli utenti. Anche loro hanno smontato pezzo per pezzo le console. E, come spesso accade, tra coloro che hanno messo le mani dentro le console, qualcuno, molti, lo hanno fatto per violare il diritto d’autore. Altri, invece, mossi da un puro spirito hacker, hanno giocato a potenziarle, per modificarne la destinazione d’uso, rendendoli oggetti ibridi (si legga l’articolo a fianco). Ma è sul fronte software e quindi della programmazione che sono nate le applicazioni più divertenti e visionarie. Come è accaduto nel mondo smartphone grazie al fenomeno iPhone, la pressione della comunità degli sviluppatori (e la crisi) ha convinto l’industria dell’intrattenimento ad attivare dei canali dedicati al videogioco indipendente, meno costoso e con meno pretese rispetto alle grandi produzioni. Tra le community, la più vivace e più ricca appare quella degli sviluppatori per Xbox Live. Un esempio? L’applicazione shatsu massage creata da una italiana che trasforma il joypad in uno strumento per il massaggio. Come? Sfruttando la vibrazione.
Pubblicato su nova24 del 11-3-2010

  • luca tremolada |

    😉

  • gabri |

    queste non sono più delle barrette di plastica con i tasti da schiacciare…
    così come quelli non sono più dei semplici “giochi”…

  Post Precedente
Post Successivo