Homeland. Una bionda agente della Cia e un rosso (nel senso che ha i capelli rossi) marine tornato in patria dopo otto anni di prigionia sotto AL-Quaeda. Spy-thriller di qualità, mai banale e ben recitata. Da tenere d'occhio la bravissima Claire Danes. (in pista sia per il Golden globe come migliore attrice che con i Sag Awards) In onda da ottobre negli Usa In Italia dovrebbe arrivare a febbraio su Fox crime.
Boss. Ambientata a Chicago, racconta intrighi, manovre e stronzerie del potentissimo sindaco della città. Le elezioni, il consenso, i collaboratori, la gestione dei media. Un minitrattato letterario di scienza della politica reso ancora più avvincente dalla malattia che colpisce il protagonista. Kelsey Grammer del "boss" di Chicago è credibile e impenetrabile, il miglior (nel senso negativo) Craxi a confronto pare Candy Candy. Da seguire anche la sua assistente, per me una rivelazione: Kathleen Robertson. La serie è candidata a due Golden Globe, come migliore serie e come miglior attore.
Enlightened. Questo è un po' più a rischio ma è anche la più coraggiosa. In una stagione che ha visto favole modernizzate (The Grimm) e thriller favolizzati (Once Upon a Time), gli autori hanno scelto di mettere le mani nella fame di spiritualità a autocoscienza che percorre come una febbre l'occidente. Amy Jellicoe è una manager di successo che "sciopa", ha un'esaurimento nervoso e scopre che esiste altro oltre al lavoro. L'illuminazione ha però un prezzo carissimo. Tutto ruota intorna a Laura Dern che oltre a essere autore della serie interpreta anche più che egregiamente il ruolo di protagonista, alla sua ricerca di un'altra modo di stare al mondo. Va seguito in lingua originale.
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