L'Oscar italiano del videogame ad Assassin's Creed III.

Ha vinto Assassin's Creed III di Ubisoft, ha vinto la storia, ha vinto l'Europa. Troppa enfasi? La prima edizione italiana dell'oscar del videogioco merita di essere raccontata così, un po' sopra le righe come la presenza di valchirie, top model ed la ex gieffina (Cristina Basso) che hanno animato (e allietato) la serata di premiazione al Limelight di Milano. Il Drago d'oro – così Aesvi, l'associazione Associazione di categoria dell'industria videoludica, ha incomprensibilmente deciso di chiamare il premio – è andato davvero al miglior gioco dell'anno e non è stata una scelta scontata. La giuria popolare poteva premiare Call of Duty Black Ops II lo sparatutto per antonomasia il campione di incassi mondiale. O avrebbe potuto scegliere la miglior simulazione calcistica, senza sollevare proteste o sollevamenti di sopracciglia (Fifa 13 per i pochi che non lo sanno resta il titolo più venduto su territorio italiano). I videogiocatori tramite e-voting (votazione online) hanno invece premiato la trama, i dialoghi, l'intreccio, il videogioco di qualità quello che ti prende e ti porta via, lontano in un mondo di finzione digitale. La saga di Assassin's Creed ha rappresentato in questi anni (piuttosto bui sul fronte dell'innovazione videoludica), la convinzione che i videogiochi debbano raccontare delle storie senza nanismi crossmediali o complessi di inferiorità ma forti di una grammatica (il gameplay) sempre più articolata. Bravi tutti quindi. 

La serata ha visto la consegna di ben 28 premi divisi per giuria (tecnica e critica) e categoria (console domestica, console portatile ecc). Nessuno è rimasto scontento, semmai ha stupito la mancanza di riconoscimenti per Call of Duty e Diablo III, due grandissimi favoriti. Comunque… Premio speciale della giuria critica (ero tra i giurati) è andato a Journey (esclusiva Ps3) che è stato nominato anche nella sezione miglior ambientazione, doppio riconoscimento quindi.  La miglior scenggiatura è andata a Spec Ops: The Line, il miglior personaggio non protagonista a Nick Carlyle, la testa parlante agganciata alla gonnellina della cheerleader di Lollipop Chainsaw  mentre il miglior videogioco indipendente internazionale va a Papo Yo (una rivelazione). Tra gli italiani la giuria critica ha selezionato Battleloot Adventure. Il premio special sorpresa dell'anno è infine giustamento andato a Dishonored