Le favole ai bambini le racconta Alexa

Già li vedo, sono schierati e sono tantissimi. Psicologi, sociologi e associazioni pronte ad aprire il fuoco. Nel mirino gli assistenti vocali tipo Alexa, Google Home, Portal, quei dispositivi con cui puoi parlare per fare cose nella casa come leggere le notizie, accendere le luci o comandare la tv. Tutto, anzi molto tranne una cosa: la favola della buonanotte, quella proprio no. Quella la devono raccontare mamma e papà.
Scivolare in una guerra di religione da partito della famiglia è un attimo. Ma c’è poco da dibattere: è logico che mamma e papà siano meglio. L’attaccamento, il calore della voce e poi il ruolo genitoriale e poi l’accudimento e la sicurezza e poi, e poi e poi. E poi si è sempre fatto così, e questo non guasta. Non si fa, insomma. Ma qualcuno lo fa.
Charity BookTrust è un’organizzazione inglese di volontariato che promuove la lettura dei bambini. Quindi diciamo che sono sensibili al tema. Secondo il loro sondaggio  su 1000 genitori del Regno Unito con figli minori di 10 anni più di un quarto dei genitori intervistati  si affidano ad Alexa o ad altre app per raccontare ai bimbi una fiaba. La notizia è un classicone delle profezie che si auto-avverano. E va presa con le pinze. Perché consegnare a un assistente vocale il compito di mettere a letto i figli per un geniotre equivale a una cessione di sovranità. Oltre a essere un oltraggio al buon senso banalmente non funziona. Chi vi scrive gioca con Alexa e altri aggeggi di questo tipo con il figlio quattrenne. Non ha mai pensato di farsi sostutuire da un altoparlante. Ma trova divertente ogni tanto usarlo per ascoltare con il figlio cosa risponde alle nostre domande più assurde, commentare i difetti della voce metallica, , fermarla (Alexa è una voce femminile) quando ci distriamo o non capiamo un pezzo del racconto. Discutere se sia meglio un oggetto inanimato o un umano con tratti genetici ereditari è un po’ come chiedere a un bambino se vuole più bene a mamma o papà. E’ più un titolo da convegno che un problema reale. Se ci sono genitori che scelgono scientemente di affidarsi ad Alexa perché sono stanchi o non ne hanno voglia non cade il mondo e non devono sentirsi più in difetto di chi affida (magari  perché ricco) il proprio figlio tutto il giorno a una tata. Loro, i bambini, sanno distinguere. Conoscono la differenza tra una favola letta controvoglia e un momento di presenza vera del genitore. Ci osservano e sanno se ci siamo o siamo altrove. Anche se la favola è brutta.
(by the way, le favole è sempre meglio inventarle)
Ps è venuto fuori un menatone pazzesco. E’ andata così…