Prima di Lara Croft c’era lei, Samus Aran, bionda, introversa e gelida. La prima se non una delle più anziane eroine del mondo dei videogiochi. È comparsa in segreto nel 1986 in Metroid per console Nes di Nintendo. In segreto perché solo alla fine del gioco si scopriva che dentro l’esoscheletro il cacciatore di taglie era una lei. L’intuizione ebbe successo. Eroine femminili cominciarono a popolare l’universo videoludico. Ventiquattro anni e dodici capitoli dopo, Samus Aran torna in Metroid Other M, un gioco per Wii che intende concentrarsi sulla "guerriera" riprendendo le fila della storia dopo il titolo Super Metroid.
Alla guida ancora una volta Yoshio Sakamoto, produttore e game designer storico della serie, nonché uno dei più brillanti talenti della Nintendo. Questa volta ha " operato" affiancato da Team Ninja, una casa di sviluppo nota per Dead or Alive e Ninja Gaiden, due giochi che spiccano per cura della grafica e per aver dato vita a protagoniste femminili sexy ed estroverse. Per certi versi l’opposto di Samus Aran. «In realtà – spiega Sakamoto – questo gioco mostrerà quanto Samus sia sensibile contrariamente al suo aspetto freddo e professionale. Anzi, cambierete idea sul suo conto. Addirittura sono convinto che in questa nuova veste la troverete più attraente che mai». Un cambiamento di registro, quindi, e una sterzata decisiva forse dettata da un modo di "disegnare" gli eroi dei videogame più ispirato ai divi di Hollywood che alla cultura manga. Sotto questo aspetto c’è chi percepisce un ripensamento nel modo di progettare i videogiochi in Giappone, una maggiore apertura alle influenze occidentali. «Posso confermare – osserva Sakamoto – che più di ogni altra cosa Dario Argento ha rappresentato per me fonte di ispirazione. Apparentemente in questo gioco non ci sono feature che fanno paura. Ma in diversi aspetti tecnici come il movimento della telecamera nei momenti di tensione, potrete individuare la sua influenza nei miei lavori».
pubblicato su Nova24 del 16 settembre